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La Lessinia

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La Lessinia è un altopiano che fa parte delle Prealpi Venete.

È formata da valli che dagli alti pascoli scendono e si spiegano a ventaglio verso Verona e la pianura. Da ovest a est vi sono le valli di Fumane, di Marano e di Negrar (che insieme formano la Valpolicella).

Poi vi sono la Valle Pantena (in breve Valpantena), la Val Squaranto, la Valle di Mezzane, la Val d’Illasi e le valli Tramigna, d’Alpone, di Chiampo e dell’Agno.

Sono valli che prendono per lo più il nome dai corsi d’acqua, soprattutto torrenti, della zona.

Le alture della Lessinia a ovest fanno parte delle Prealpi Venete, con cime comprese tra 1500 e 1800 metri, mentre il Gruppo del Carega a nordest supera i 2200 metri. La fascia centrale della Lessinia è compresa tra i 1000 e i 1300 metri.

Il territorio della Lessinia fa parte della provincia di Verona e in parte delle province di Vicenza e di Trento.

Le origini

La Lessinia, l’area montana a nord di Verona, è un’altra zona di antichissime origini, particolarmente nota per la presenza di fossili. Qui oltretutto sono state rinvenute molte tracce di insediamenti antropici preistorici. Creato nel 1990 con lo scopo di tutelare il patrimonio naturalistico, storico ed etnico del territorio veronese, il Parco Naturale Regionale della Lessinia si estende per 10000 ettari sull’altopiano superiore dei Monti Lessini fino alle pendici delle Piccole Dolomiti, tra i 1200 e 1800 m.

Su questi spazi che accostano praterie, fitti boschi e valli profonde, dal II secolo d.C. si insediò il popolo germanico dei Cimbri, fattore che oggi rende la zona di particolare interesse anche per le sue connotazioni di carattere etnico e linguistico, e non solo per l’aspetto naturalistico, che già comunque è notevole. Il fascino unico, oltre che nelle ricerche storiche, sta appunto nella commistione fra le due tradizioni, quella latina e quella nordica, tanto che ancora oggi le favole che qui si narrano vedono come protagonisti creature della mitologia celtica e persino l’antico dialetto cimbro viene ancora parlato in qualche zona. 

La più grande peculiarità del parco consiste nelle caratteristiche geologiche che danno vita a paesaggi quali dolinegrotte e ponti naturali scavati nella roccia: il più famoso è quello di Veja, spesso circa 9 m e lungo 50, sotto il quale scorre un placido ruscello. Questi sono tutti fenomeni di grande interesse scientifico che offrono al visitatore scenari quasi di fantasia. Molto noti poi sono i giacimenti fossiliferi di Bolca-Pesciaia e Monte Postale, ma sono presenti svariati giacimenti fossili sparsi lungo tutto l’altopiano che fanno del parco un autentico paradiso per gli appassionati di paleontologia e di archeologia.

Da non sottovalutare o trascurare comunque sono la flora e la fauna. Sono stati di recente istituiti sette musei tematici che illustrano gli aspetti naturalistici, etnografici, paesaggistici e storici del territorio. Tra i più importanti quello dei fossili di Bolca e quello etnografico dei Cimbri a Giazza.

Visite raccomandate restano: le cascate di Molina, il còvolo di Camposilvano e la Valle delle Sfingi, la grotta di Rovere Mille, il ponte di Veja, la foresta di Giazza, i faggi ultracentenari di Bosco Chiesanuova ed Erbezzo. Per chi vuole soltanto sciare invece ci sono i comuni molto ben attrezzati per il turismo invernale di Bosco Chiesanuova, Malga S. Giorgio, Branchetto, Monte Tomba e Campofontana.

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